Pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il decreto scuola. Il provvedimento, il n.127 del 9 settembre 2025, entra in vigore dal 10 settembre e dovrà essere convertito in legge entro l’8 novembre.
L’articolo 1 rappresenta il cuore pulsante della riforma, ridefinendo completamente l’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo. La prima grande novità riguarda la denominazione: il tradizionale “Esame di Stato” diventa ufficialmente “Esame di maturità”, recuperando una dicitura storica che aveva caratterizzato il sistema scolastico per decenni.
Le modifiche strutturali più significative riguardano la composizione delle commissioni d’esame. Il nuovo assetto prevede commissioni formate da cinque membri totali: un presidente esterno, due membri esterni e due membri interni per ogni coppia di classi.
I commissari riceveranno formazione specifica finanziata con 3 milioni annui a partire dal 2026. Il sistema di punteggio prevede fino a tre punti aggiuntivi per candidati che raggiungano almeno 97 punti complessivi tra credito scolastico e prove d’esame.
Il colloquio orale subisce una trasformazione radicale: invece di spaziare su tutto il programma, si concentrerà su quattro discipline specifiche individuate annualmente dal Ministero entro gennaio. Importante anche la valorizzazione del curriculum dello studente e delle competenze di educazione civica, elementi che concorreranno alla valutazione complessiva.
Il decreto prevede inoltre la possibilità di una terza prova scritta per specifici indirizzi di studio, ampliando le modalità di verifica delle competenze acquisite.
L’articolo 2 si focalizza sul potenziamento della filiera formativa tecnologico-professionale, inserendola stabilmente nell’offerta del secondo ciclo a partire dall’anno scolastico 2026/2027.
Il meccanismo di attivazione prevede che i dirigenti scolastici possano proporre al Ministero candidature per l’avvio di questi percorsi, previa stipula di accordi di rete con soggetti esterni. L’attivazione definitiva dipenderà dall’accoglimento ministeriale della candidatura, garantendo così un controllo qualitativo sui nuovi percorsi formativi.
L’articolo 3 destina risorse significative al rinnovo contrattuale del personale scolastico, mobilitando fondi per oltre 230 milioni di euro complessivi tra il 2025 e il 2030.
L’articolo 4 prolunga fino al 2027/2028 le misure per il conferimento delle supplenze, garantendo continuità nelle procedure di assegnazione degli incarichi temporanei. In particolare, il Ministero dell’Istruzione propone di estendere ulteriormente l’applicazione del decreto n. 22/2020 agli anni scolastici 2025/2026, 2026/2027 e 2027/2028. Ciò non esclude aggiornamenti o nuovi inserimenti, ma rimanda semplicemente l’adozione del nuovo Regolamento delle supplenze, che sarà sostituito da una nuova Ordinanza prevista per la primavera 2026.
Particolarmente rilevante l’articolo 5, che introduce nuovi criteri di sicurezza per i trasporti scolastici durante uscite didattiche e viaggi d’istruzione, valorizzando elementi qualitativi come sistemi di sicurezza, accessibilità per disabili e competenze dei conducenti.
L’articolo 6 amplia le possibilità di utilizzo dei fondi PNRR per l’edilizia scolastica, includendo spese per trasporti studenteschi e arredi didattici. Infine, l’articolo 7 garantisce il finanziamento della Scuola europea di Brindisi per il 2026.