Quello degli stipendi per gli insegnanti (e tutto il personale scolastico) è forse il tema caldo di questo fine anno 2021. E questo si poteva anche immaginare. Solo che le settimane passano e novità sul fronte rinnovo contrattuale non ce ne sono. Anche la legge di bilancio ancora deve iniziare ufficialmente il passaggio alle Camere, accumulando un ormai consueto ritardo che fa presagire la corsa verso l’approvazione. E i lavoratori della scuola attendono con molta attenzione. Ma senza grosse aspettative, purtroppo.
Proprio pochi giorni fa il Ministro dell’Istruzione sul tema aumento di stipendio per gli insegnanti ha detto: In fatto di stipendi dei docenti, sul bilancio corrente stiamo facendo un ragionamento e sarà il Parlamento a dire la sua”. Di fatto dunque, Bianchi ha passato la palla avvelenata al Parlamento in fatto di aumento stipendiale.
Per adesso non più di 87 euro lordi. Ma c’è un piano per arrivare a 104
Al momento ci sono a disposizione 3,7 miliardi che dovrebbero garantire un incremento lordo di 107 euro. Con gli stanziamenti della manovra, però, occorre detrarre i fondi per pagare l’indennità di vacanza contrattuale (circa 500 milioni), dunque si arriva ai famosi 87-90 euro lordi che sembrano essere la base minima per la trattativa (è inclusa nella cifra che l’elemento perequativo di 11,50 euro).
Secondo le prime stime governative, il governo Draghi potrebbe spingersi oltre, verso il famoso aumento a tre cifre, dunque i 104 euro auspicati da Viale Trastevere.
Una delle ipotesi più accreditate è che si proverà a “pescare” dal fondo per la valorizzazione della professione docente, destinato a premiare in sede di contrattazione i docenti che oggi svolgono funzione pagate davvero poco.
Il taglio del cuneo fiscale
Poi bisogna anche considerare il fattore taglio del cuneo fiscale: proprio in queste ore, si apprende dall’ultima bozza della manovra 2022 , che ci sarà la riduzione delle aliquote marginali Irpef (quelle più alte) e dell’Irap. Sono gli obiettivi indicati dal governo per ridurre la pressione fiscale, a cui andranno destinati 8 miliardi di euro. ”Al fine di ridurre la pressione fiscale sui fattori produttivi, con appositi provvedimenti normativi è disposto l’utilizzo di un ammontare di risorse pari a 8 miliardi di euro annui, a decorrere dal 2022. Il taglio dell’imposta sui redditi delle persone fisiche, si legge nel documento, ha ”l’obiettivo di ridurre il cuneo fiscale sul lavoro e le aliquote marginali effettive, da realizzarsi attraverso sia la riduzione di una o più aliquote”. Inoltre è prevista ”una revisione organica del sistema delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e del trattamento integrativo”. Ai fini dell’attuazione della misura le risorse ”sono incrementate di 6 miliardi di euro per l’anno 2022 e 7 miliardi annui a decorrere dall’anno 2023.
Complessivamente, secondo le ultime stime, tale azione andrebbe ad incrementare di circa 100 euro la busta paga dei lavoratori, compresi quelli della scuola. Ma si tratterebbe di un risparmio fiscale, non certo di aumento.
Rinnovo del contratto: manca l’atto di indirizzo
L’aumento degli stipendi segue parallelamente il percorso che vede il rinnovo contrattuale del comparto scuola. Rinnovo però che, per il momento, è rimasto in stand-by.
E’ vero che probabilmente si vuole da un alto aspettare una prospettiva chiara e definitiva delle risorse in legge di bilancio, ma dall’altro lato, come denunciano le organizzazioni sindacali, ancora manca l’atto di indirizzo da inviare all’ARAN.
C’era stato un incontro l’8 settembre fra sindacati e il Ministro Bianchi a cui, come era stato previsto, ne sarebbero dovuti arrivare altri. Per il momento nulla si prospetta all’orizzonte.
E allora ecco che il Ministro Bianchi, che chiede da mesi un intervento su questo fronte, spera che in legge di bilancio, con il passaggio alle Camere, possa cambiare qualcosa. Ma forse, non sono molti a sperare ormai.